API, VESPE E CALABRONI: come evitare di essere punti e cosa fare in caso di puntura
GLI IMENOTTERI
Gli imenotteri sono un ordine di insetti che comprende circa 120.000 specie diffuse in tutto il mondo. Il nome si riferisce alle ali membranose, e deriva dal greco antico ὑμήν (hymèn, “membrana”) e πτερόν (pteròn, “ala”). Tra i più diffusi nei nostri territori troviamo api, bombi, vespe e calabroni.
LE REAZIONI IN CASO DI PUNTURA
Le punture degli imenotteri possono provocare un leggero gonfiore nella zona dell’iniezione, dovuto alle sostanza tossiche inoculate dall’animale, che si risolve in poche ore e che deve essere considerata una reazione normale. Se compare un arrossamento e/o gonfiore nella zona interessata, fino ad un diametro di 10 cm, si tratta di una reazione allergica locale che persisterà per circa 24 ore oppure di una reazione locale estesa (oltre 10 cm di diametro) che persisterà fino a un massimo di 7 giorni. Potrebbero però insorgere reazioni allergiche generali immediate(da pochi minuti fino a due ore dopo la puntura) accompagnate dai seguenti sintomi:
orticaria
vertigini
difficoltà di respiro
Molto raramente possono insorgere delle reazioni allergiche gravi che portano alla perdita di coscienza e allo shock anafilattico.
SOGGETTI A RISCHIO
I soggetti a rischio sono le persone che, per professione, vivono a stretto contatto con gli imenotteri ovvero: gli apicoltori, i vigili del fuoco, i giradinieri, gli agricoltori e tutti coloro i quali sono già stati punti da un imenottero e hanno sviluppato una reazione allergica.
PERIODO A RISCHIO
Dalla primavera all’autunno nei nostri climi temperati, essere punti da un imenottero non è un evento raro. La puntura causa una sintomatologia variabile per gravità da soggetto a soggetto. Può innescare solo una reazione locale moderata oppure, in soggetti allergici, reazioni più gravi fino a provocare uno shock anafilattico.
CONSIGLI PER EVITARE DI ESSERE PUNTI
Durante l’attività sportiva, le escursioni, i picnic o il lavoro all’aria aperta (giardinaggio, apicoltura ecc) è bene osservare le seguenti attenzioni:
evitare di indossare abiti larghi, di colore scuro, sgargiante o con motivi floreali
evitare di usare profumi, lacca per capelli o creme
non bere direttamente da lattine aperte
non lasciare cibi o bevande scoperti
sigillare i rifiuti
non viaggiare in automobile con i finestrini aperti
in caso di contatto con api, vespe o calabroni restare calmi e, se possibile, immobili
usare cautela quando si lavora all’aperto, in soffitta o sui cornicioni dei tetti
applicare le zanzariere alle finestre di casa
far bonificare da personale esperto eventuali nidi nei pressi della propria abitazione
non usare mai gli insetticidi per zanzare o altri insetti poichè la loro azione è lenta e di solito le api, le vespe o i calabroni fanno in tempo a pungere chiunque si trovi nelle vicinanza prima di morire.
COSA FARE IN CASO DI PUNTURA
Dopo la puntura dell’insetto è bene rimuovere immediatamente il pungiglione, se questo è rimasto conficcato nella cute (in caso di puntura d’ape) evitando di stringerlo tra le dita perchè il sacco velenifero attaccato allo stesso potrebbe continuare ad iniettare altro veleno. Utilizzare invece una limetta , un’unghia o qualsiasi altro arnese ci consenta di estrarre il pungiglione dal basso. Applicare sempre in sede di puntura del ghiaccio.
Tutte le persone che dopo essere state punte da un’ape, una vespa o un calabrone, in pochi minuti accusano uno o più dei seguenti sintomi: orticaria, vertigini difficoltà di respiro devono chiamare il 112. Nell’attesa dell’arrivo dei soccorsi, è bene che le persone siano distese e , se incoscienti ma che respirano, devono essere messe in posizione laterale di sicurezza.
La terapia d’emergenza, nei soggetti allergici già punti in precedenza e che hanno sviluppato una reazione allergica grave, è l’adrenalina contenuta nell’apposito autoiniettore, che si raccomanda di portare sempre con se – chi è allergico lo sa!- e che deve essere rapidamente iniettata dopo aver rimosso il tappo protettivo ed aver mantenuto una pressione moderata per 10 secondi sulla parte anetrolaterale della coscia per garantire l’iniezione del farmaco. Chiamare contemporaneamente o subito dopo il112 o recarsi al più vicino pronto soccorso porando con sè il dispositivo utilizzato.
Testi tratti dalla brochure realizzata dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
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L’estate si avvicina e abbiamo quindi deciso di parlare di un’immancabile alleato estivo: la crema solare. Cercheremo di fare chiarezza sul loro funzionamento e di rispondere alle domande più comuni che voi clienti ci ponete in Farmacia.
LA PELLE: struttura e funzioni
La pelle o cute, pur variando a seconda dell’età, del sesso e della taglia di ognuno, è l’organo più esteso del corpo umano. La funzione della pelle è quella dirivestire, proteggendoli, gli altri organi del corpo; possiede inoltre la funzione di termoregolazione e di ricezione degli stimoli provenienti dall’esterno (dolore, pressione, ecc.). La cute è costituita da un insieme di tre tessuti, disposti uno sull’altro, con differenti caratteristiche e funzioni:
EPIDERMIDE, che funge da barriera: impedisce da un lato la penetrazione dall’esterno di acqua, sostanze estranee e microrganismi e dall’altro la perdita di acqua e elettroliti dall’organismo. E’ un tessuto spesso circa 0,2 mm, formato da più strati, il cui componente principale è la cheratina. Lo strato corneo, quello più esterno, è formato da cellule cheratinizzate morte che vengono continuamente rinnovate ed eliminate secondo un ciclo di 3-4 settimane.
DERMA, un tessuto di tipo connettivo, dello spessore di 3-4 mm, sottostante l’epidermide, caratterizzato principalmente da fibre di elastina, che assicurano la giusta elasticità alla cute, da fibre di collagene, con funzione di sostegno e resistenza e dalla sostanza fondamentale che ha funzione cementante. In quanto ricco di vasi sanguigni e linfatici il derma ha anche funzione di nutrizione. Nel derma passano diversi annessi cutanei, come le ghiandole sudoripare, i follicoli piliferi e le ghiandole sebacee.
IPODERMA, il terzo e più profondo strato cutaneo, direttamente a contatto con il derma da un lato e con i tessuti adiposi e muscolari sottocutanei dall’altro. L’ipoderma è costituito, come il derma, da tessuto connettivo, ed è particolarmente ricco di adipociti, le cellule preposte alla biosintesi dei grassi. Grazie alla presenza di questa tipologia cellulare, questo tessuto funge da riserva energetica e, nel contempo, da isolante termico e da cuscinetto. Nell’ipoderma hanno origine i follicoli e le ghiandole sudoripare: è qui infatti che ricevono nutrimento e cedono i loro prodotti di scarto.
Completano la struttura della pelle i cosiddetti“annessi cutanei”, che comprendono le ghiandole, l’apparato circolatorio e le terminazioni nervose.
COSA SUCCEDE QUANDO CI ABBRONZIAMO?
L’abbronzatura è a tutti gli effetti il modo con cui il nostro corpo si difende dal sole. Tutto merito dellamelanina, un pigmento che viene prodotto quando siamo colpiti dal Sole e che ha il compito di proteggerci dai raggi ultravioletti (Uv). Il 5% dei raggi viene riflesso, ma il resto penetra nei tessuti e la luce inizia a riflettersi sulle cellule. Parte dell’energia viene assorbita da queste ultime, quella che rimane passa agli strati sottostanti dell’epidermide. Ed è qui che incontra i melanociti, cellule particolari che producono la melanina. La melanina è molto importante per l’equilibrio della pelle: non soltanto le dà il colore, ma è in grado di assorbire i raggi Uv e quindi di scaricarne l’energia. Più la melanina è scura, più è in grado di svolgere il suo compito: l’abbronzatura è proprio il risultato di questa operazione di difesa. Quando ci si espone al sole, i melanociti producono nuovo pigmento nel giro di 2 o 3 giorni e la pelle si scurisce. L’effetto abbronzatura è subito visibile perché nell’epidermide c’è sempre una piccola scorta di melanina pronta ad intervenire subito.
COSA SONO I RAGGI ULTRAVIOLETTI?
I raggi ultravioletti sono una della componenti della luce solare e si tratta di radiazioni elettromagnetiche in grado di oltrepassare l’atmosfera terrestre. A seconda della loro lunghezza d’onda possiamo dividerli in:
Raggi UV-A, rappresentano circa il 98% dei raggi UV che colpiscono la Terra. Gli UV-A, hanno effetti ottimi sull’abbronzatura (anche se inferiori agli UV-B) e moderati sul danneggiamento cutaneo. Vista la loro elevata lunghezza d’onda sono tuttavia in grado di penetrare in profondità nel derma distruggendo capillari, collagene ed elastina, provocando eritemi e danneggiando la pelle, anche a lungo termine.
Raggi UV-B, costituiscono il 2% della radiazione ultravioletta che oltrepassa l’atmosfera. I raggi UV-B, hanno una capacità di penetrazione inferiore rispetto agli UV-A e non riescono a superare le strutture più superficiali della pelle. Gli effetti deleteri sono comunque importanti poiché i raggi UV-B sono in grado di alterare il materiale genetico contenuto nel DNA aumentando il rischio di comparsa di tumori cutanei. La radiazione UV-B è molto più efficace della radiazione UV-A nel provocare l’eritema.
Raggi UV-C, sono i raggi ultravioletti più pericolosi. I raggi UV-C sono particolarmente dannosi per la salute poiché possiedono un alto potere cancerogeno. Fortunatamente, vengono trattenuti dalla fascia di ozono e per questo non hanno effetti particolari sulla pelle. Il rischio di esposizione a questi raggi aumenta in alta quota.
Benefici dei raggi UV
Se da un lato è vero che i raggi UV possono causare diversi danni alla pelle e all’organismo più in generale, dall’altra parte è anche vero che le radiazioni ultraviolette sono necessarie per lo svolgimento di alcuni processi fisiologici e possono apportare diversi benefici tra cui il miglioramento del trofismo e l’accrescimento osseo stimolando la sintesi della vitamina D.
Danni da raggi UV
Come abbiamo appena detto l’esposizione al sole può essere utile per supportare diversi processi fisiologici, tuttavia l’eccessiva e prolungata esposizione ai raggi ultravioletti è tra i fattori di rischio più importanti nell’insorgenza del melanoma e di tumori della pelle. Meno gravi sono, invece, lediscromie cutanee (macchie solari), le rughe o l’eritema solare. L’eritema altro non è che la classica scottatura che si manifesta con sintomi comuni: rottura di piccoli vasi, bolle, edemi, spellature, fuoriuscita di liquido e invecchiamento cutaneo in genere (cedimenti strutturali, rughe ecc.).
Le radiazioni ultraviolette causano danni poichè modificano il patrimonio genetico della cellulaperché alterano le basi azotate che costituiscono il DNA, formando legami anomali. Queste alterazioni, se non vengono riparate, possono impedire la normale replicazione del DNA e portare alla comparsa di mutazioni che, a loro volta, possono causare tumori. La cellula è normalmente dotata di meccanismi di riparazione, uno dei quali prevede l’eliminazione di legami anomali tra le basi di DNA e la sostituzione del tratto di DNA danneggiato con uno di nuova sintesi. In alcuni casi, però, i meccanismi di riparazione del DNA sono alterati , questi soggetti sono molto più sensibili ai danni provocati dalla luce solare e hanno un elevato rischio di sviluppare tumori della cute. Si ipotizza che, anche nel caso del melanoma non ereditario debbano esistere, nell’individuo, una o più alterazioni genetiche che compromettono questo meccanismo e favoriscono la comparsa del tumore.
SOLE E TUMORI
Esistono tre principali tipi di tumore della pelle: i carconomi basocellulari, quelli spinocellulari e i melanomi. I carcinomi sono meno pericolosi poichè si sviluppano molto lentamente, e di rado danno luogo a metastasi, molto raramente sono mortali. Il melanoma, invece, è la forma più grave e aggressiva dei tumori della pelle, ed è particolarmente pericoloso perché rispetto ad altri tumori cutanei può dar luogo con maggiore frequenza a metastasi.
Il carcinoma spinocellulare nasce dalle cellule più superficiali dell’epidermide ed è la forma di tumore cutaneo più chiaramente associato all’esposizione cronica e cumulativa al sole. È il più frequente tra coloro che lavorano all’aperto, colpisce prevalentemente le parti del corpo più esposte, quali viso, orecchie, collo, cuoio capelluto, spalle e dorso. Difficilmente dà luogo a metastasi e si cura con facilità.
Il basalioma, invece, nasce dalla morte delle cellule più profonde dell’epidermde ed è associato a un’esposizone intensa e intermittente, come quella che si riceve durante le vacanze. Si presenta come un piccolo nodulo duro al tatto che progressivamente cresce di dimensioni. In alcuni casi possono essere pigmentati e quindi scambiati per melanomi. Colpiscono dopo i 60 anni e raramente danno metastasi. Si tratta di forme neoplastiche aggressive.
Più complesso è lo sviluppo dei melanomi. I fattori di rischio sono noti soltanto in parte. Alcuni di questi sono strettamente legati alla persona: – una predisposizione familiare (in circa il 10% dei casi si presenta in due o più individui di una stessa famiglia); – la presenza di lentiggini o di nei, soprattutto se sono grossi, dai bordi irregolari, di forma e colore variabile o in gran quantità (più di 50); – occhi, capelli e pelle chiara: queste persone generalmente durante esposizioni solari intense si scottano con facilità, ma non si abbronzano. Nel caso del melanoma il legame tra l’esposizione ai raggi solari e l’insorgenza del tumore è meno forte rispetto agli altri tumori della pelle. Si è comunque osservato che molti malati di melanoma avevano avuto ustioni solari in età giovanile, oppure avevano mostrato un aumento del numero dei nevi a seguito dell’esposizione ai raggi ultravioletti.
FOTOTIPO E ABBRONZATURA
Abbiamo appena detto che i soggetti con occhi, pelle e capelli chiari tendono a scottarsi più facilemente rispetto ad altri, infatti il fototipo di un individuo gioca un ruolo fondamentale nel processo di abbronzatura. In base al fototipo è possibile determinare a quali reazioni la pelle può andare incontro in caso di esposizione solare, infatti non tutte le pelli sono uguali e reagiscono in modo diverso alle radiazioni solari. Esistono però alcune classificazioni di base: le varie tipologie sono dette “fototipi” e tengono conto del colore della pelle, dei capelli e degli occhi, e della potenziale reazione al sole. Quella sviluppata dal dermatologo americano Thomas Fitzpatrick è la più precisa:
1. Fototipo 1
Il fototipo 1 è il più sensibile ai danni da raggi solari
Presenta una carnagione molto chiara, spesso con lentiggini, capelli biondi o rossi, occhi chiari. La mancanza quasi totale di melanina provoca generalmente un eritema evidente a ogni esposizione al sole non protetta. L’abbornzatura è molto tenue, quasi inesistente. La reazione ai raggi solari è molto elevata, con alto rischio di danni permanenti e di scottature anche gravi. Meglio esporsi il meno possibile al sole nelle ore più calde (11-17), proteggendosi con il massimo fattore di protezione solare possibile.
2. Fototipo 2
Il fototipo 2 possiede un quantitativo ridotto di melanina
Presenta una carnagione chiara, capelli biondo scuro o castano chiaro. La quantità di melanina è ridotta: la capacità di difesa è piuttosto scarsa, per cui la pelle tende a scottarsi facilmente. L’abbronzatura risultante all’esposizione è lieve (dorata). Il fattore di protezione solare (fps) consigliato è il massimo: prestare particolare attenzione alla protezione del naso, padiglioni auricolari, labbra, nuca e occhi. Evitare le ustioni dal sole e trattenersi all’ombra (sopratutto durante il giorno tra le 11 e le 16).
3. Fototipo 3
Il fototipo 3 ha una carnagione abbastanza scura e si scotta difficilmente
Si presenta con carnagione abbastanza scura, capelli castani. La pelle si scotta solo dopo un’esposizione prolungata. Si può ottenere un’abbronzatura intensa e omogenea. Fps consigliato: medio-alto. Prestare particolare attenzione alla protezione del naso, padiglioni auricolari, labbra, nuca e occhi. L’esposizione nelle ore più calde (11-16) è comunque pericolosa.
4. Fototipo 4
Il fotipo 4 si scotta molto raramente
Il fototipo 4 presenta carnagione olivastra, occhi e capelli scuri. La pelle si scotta molto di rado. In breve tempo viene prodotta un’abbronzatura molto intensa. È il fototipo più tipico in Italia. Fps consigliato: medio. Proteggersi di più nelle ore più calde (11-16) quando l’esposizione è comunque pericolosa e a rischio scottature.
5. Fototipo 5
Il fototipo 5 presenta capelli e carnagione scuri
Questo fototipo comprende le persone con carnagione, capelli (spesso crespi) e occhi scuri. Minima sensibilità ai raggi solari e possibilità di esporsi al sole senza problemi di scottature. È il fototipo più comune in Medio Oriente. Fps consigliato: medio. L’esposizione nelle ore più calde (11-16) è comunque pericolosa. Evitare le ustioni con cappellini e occhiali.
6. Fototipo 6
Il fototipo 6 ha la pelle nera
Il fototipo 6 è quello delle persone con la pelle nera che non si scottano mai al sole, ma non è detto che non si pigmentino. Inoltre possono comunque sviluppare tumori della pelle, la cui diagnosi può essere molto difficile. Utilizzare filtri di protezione solare da bassa a media. Evitare le ustioni solari: dopo lunghi periodi in cui ci si espone molto poco al sole è possibile ustionarsi anche con un fototipo 6.
COME RAPPORTARSI CON IL SOLE SENZA RISCHI?
C’è poco da dire, il sole è dannoso per la pelle, tuttavia sono pochi coloro che sono disposti a rinunciare ad una bella tintarella estiva! L’importante è quindi seguire determinati accorgimenti per ridurre al minimo il rischio che l’esposizione solare comporta. Qui di seguito vi presenteremo delle regole che bisognerebbe sempre seguire quando ci si espone al sole:
Evitare di esporsi nelle ore più calde della giornata (cioè tra le 11 e le 16).
Utilizzare una protezione solare adatta al fototipo della pelle. L’applicazione della crema dovrebbe avvenire mezz’ora prima dell’esposizione al sole e andrebbe ripetuta più volte nell’arco della giornata, in particolare dopo essersi immersi in acqua.
Non sottovalutare la presenza di nuvole, infatti i raggi UV passano lo stesso, usare comunque una crema solare. Lo stesso discorso vale per chi sta sotto l’ombrellone: nonostante l’esposizione non sia diretta, si riceve più del 50% di tutti i raggi ultravioletti a causa del riverbero!
Fare attenzione anche mentre si fa il bagno: il 95% dei raggi penetra in acqua, inoltre l’acqua li riflette .
Utilizzare gli occhiali da sole: i raggi ultravioletti raggiungono la retina e possono causare danni
Prestare grande attenzione ai bambini soprattutto prima dei tre anni, non andrebbero esposti al sole senza indumenti, lenti scure e cappellino. Le scottature nei bambini si possono trasformare, una volta adulti, in melanomi. Per i bambini più grandi usare sempre una protezione solare adeguata e ripetere spesso l’applicazione della crema.
COSA SONO I FILTRI SOLARI?
I filtri solari sono prodotti cosmetici che contengono sostanze in grado di difendere la nostra pelle dalle radiazioni elettromagnetiche prodotte dal sole. Possiamo trovare filtri fisici e filtri chimici:
I filtri fisici sono sostanze che agiscono fisicamente riflettendo le radiazioni.I filtri fisici sono pigmenti opachi alla radiazione luminosa e riflettono e/o diffondono la luce ultravioletta e la radiazione visibile. I più comuni sono: il biossido di titanio (TiO2), l’ossido di zinco(ZnO), il biossido di silicio (SiO2), il caolino, l’ossido di ferro o magnesio. I filtri fisici sono fotostabili, non reagiscono con i filtri organici e vengono spesso usati in associazione a questi, anche ad elevate concentrazioni, determinando un effetto sinergico che permette di raggiungere valori molto elevati di SPF. In passato, i filtri fisici, avendo una notevole consistenza solida, erano totalmente riflettenti e presentavano il problema di creare un effetto bianco all’atto dell’applicazione del prodotto solare sulla pelle; attualmente sono presenti sul mercato forme micronizzate di biossido di titanio e ossido di zinco le quali, riducendo le dimensioni delle particelle all’ordine di grandezza dei nanometri, consentono di schermare radiazioni a bassa lunghezza d’onda quali gli UV ma non la luce visibile, evitando così qualsiasi effetto bianco.
I filtri chimici invece, ricalcano il meccanismo della melanina, quindi assorbono l’energia elettromagnetica e la restituiscono sotto forma di altra energia. Sono sostanze di sintesi che assorbono selettivamente i raggi UV a corta lunghezza d’onda e li convertono in radiazioni a lunghezza d’onda maggiore e meno energetiche. L’energia assorbita da parte del filtro corrisponde all’energia richiesta per causarne l’eccitazione fotochimica ad uno stato di energia più alto rispetto a quello nel quale si trova; ritornando allo stato energetico iniziale, emette radiazioni di una lunghezza d’onda maggiore, non dannose per la nostra cute.
Altre sostanze funzionali presenti nei prodotti solari
Nelle varie formulazioni dei prodotti solari non sono presenti soltanto filtri chimici o fisici, ma anche sostanze funzionali che aiutano i filtri a proteggere la cute. Tra queste, ricordiamo le vitamine, i lipidi, gli estratti vegetali e le molecole di sintesi o purificate. Tra le vitamine più impiegate ricordiamo la vitamina A e i carotenoidi, la vitamina E con tocoferoli e tocotrienoli, e la vitamina C. Si ricorda anche il licopene, un carotenoide abbondante nel pomodoro rosso maturo dotato di una forte attività antiossidante. Anche i lipidi svolgono una funzione molto importante per la protezione della pelle contro i raggi solari. Molti sono i lipidi, sia oli che burri, in grado di assorbire radiazioni solari comprese nel range degli UV. Per esempio, il burro di Karitè agisce in sinergia con i filtri UVB, visto che riesce ad assorbire lunghezze d’onda comprese tra i 250 ed i 300 nm. Altri lipidi impiegati nella formulazione di prodotti solari sono l’olio d’avocado, la frazione sterolica ricavata dall’olio di semi di melograno, l’olio di annato ecc… Gli estratti vegetali scelti dal formulatore sono soprattutto sostanze ricche diantiossidanti, come calendula, carota, aloe, pomodoro e cardo mariano.
Prodotti Doposole
L’esposizione prolungata alle radiazioni solari può causare disidratazione e desquamazione della cute. Per ripristinare le condizioni fisiologiche ottimali eripristinare la barriera idro-lipidica cutanea, è consigliato l’utilizzo di prodotti doposole. La funzionalità primaria richiesta a questa tipologia di prodotti è quella idratante, spesso combinata ad effetti rinfrescanti, lenitivi e decongestionanti. Alcuni prodotti possono contenere acceleratori o prolungatori di abbronzatura , oppure sostanze ad attività insetto-repellente.
Occhio al PAO
Una delle domande più frequenti che ci ponete in Farmacia è: “Posso utilizzare il solare che ho acquistato l’anno scorso?”. Per conoscere il periodo di validità del vostro solare è necessario osservare bene la confezione per trovare il disegno di una scatola aperta con un numero e una M accanto. Quello è il PAO (Period After Opening): il numero corrisponde ai mesi dall’apertura. Di solito la durata delle creme solari è di 12 mesi.
Questo vuol dire che dopo un anno la vostra crema non sarà più adatta all’uso, sarà meglio evitare di incorrere in irritazioni sicuramente indesiderate e comprare un nuovo prodotto. Passati i 12 mesi infatti non viene più garantita l’efficacia schermante del prodotto, anche perchè tendenzialmente la confezione viene esposta al sole e quindi risente dell’effetto della temperatura ed il contatto con l’aria, la sabbia e le mani possono ulteriormente alterarlo.
Speriamo che questo articolo vi sia stato utile, non rimane che augurarvi…buona tintarella! Ti ricordiamo che presso la nostra Farmacia potete trovare un vasto assortimento di creme solari, doposole, stick ed autoabbronzanti delle migliori marche: Vichy, Angstrom, Eucerin, Lierac ed Avene.
Vieni a farci visita per scoprire le numerose promozioni che abbiamo riservato ai nostri clienti!
La primavera è ormai arrivata, quindi in questo articolo parleremo dei sali funzionali utili alla depurazione: il sale n.8, il sale n.9 e il sale n.11.
Fin da bambini siamo esposti all’inalazione e all’ingestione di sostanze nocive, oltre al carico di scorie prodotte dal nostro organismo provenienti principalmente dal metabolismo dei cibi, da una dieta scorretta, dall’assunzione di medicinali e anche dalle emozioni negative. Il liquido extracellulare ha, tra le sue svariate funzioni, quella di trasportare alle cellule le sostanze nutritive e dei ricevere scorie e tossine dalle cellule, eliminandole. Gli organi emuntori (reni, fegato, polmoni, intestino, pelle) sono adibiti all’eliminazione delle scorie, ma in presenza di quantità elevate o di una funzionalità degli organi non ottimale, la capacità disintossicasnte diminuisce , il tessuto connettivo si acidifica e l’equilibrio idrico viene compromesso: l’acqua tende ad essere trattenuta dal tessuto stesso, causando ritenzione idrica, cellulite ecc.
Cos’è l’equilibrio idrico?
Il mantenimento di un volume relativamente costante e di una composizione stabile dei liquidi corporei è essenziale. L’acqua costituisce il 60-75% della massa del nostro corpo, ma questa percentuale diminuisce con l’avanzare dell’età. Quotidianamente perdiamo acqua attraverso il respiro (evaporazione delle prime vie respiratorie), le feci, l’urina e la normale attività di traspirazione cutanea, la cui quantità varia in funzione dell’attività fisica e della temperatura esterna. E’ quindi necessario compensare queste perdite, in quanto un equilibrato apporto di liquidi extra – e intracellulari permette lo svolgimento di funzioni vitali. Questi liquidi sono importanti perchè:
– sono un ottimo solvente per numerose sostanze chimiche
– regolano il volume cellulare e la temperatura corporea
– favoriscono i processi digestivi
– consentono il trasporto di nutrienti e la rimozione delle scorie metaboliche
Cos’è l’equilibrio acido-base?
L’equilibrio acido-base indica l’insieme dei processi fisiologici che l’organismo mette in atto per mantenere al suo interno un livello di acidità compatibile con lo svolgimento delle principali funzioni metaboliche. I principali sistemi di regolazione dei liquidi corporei per mantenere l’acidosi o l’alcalosi sono tre:
– i sistemi chimici tampone acido-base presente nei liquidi corporei
– il centro respiratorio del mostro corpo che permette l’allontanamento di anidride carbonica
– i reni, che possono produrre urina sia acida sia alcalina
Il pH ematico: esempio di equilibrio perfetto!
Acidità e alcalinità sono espresse nella scala del pH, che varia tra 0 (fortemente acido) a 14 (fortemente basico o alcalino). Un pH pari a 7, al centro di questa scala, è neutro. Il sangue in genere è lievemente basico, con un pH che varia da 7,35 a 7,45. Affinchè possa funzionare adeguatamente, l’organismo mantiene il pH ematico intorno ai 7,4. Mantenere in equilibrio il rapporto acido-base e quindi contrastare fenomeni di acidosi tissutali dovrebbe essere un obiettivo importante per chiunque tenga al proprio benessere e alla propria salute!
Come riconoscere una mancanza di equilibrio?
Le cause principali di un’alterazione dell’equilibrio idrico e dell’equilibrio acido-base si devono ricercare, come detto, in un accumulo di tossine provenenti da:
scorretta alimentazione
mancanza di attività sportiva
ambiente particolarmente inquinato
uso sconsiderato di farmaci
utilizzo di nicotina e alcool
stress ed emozione negative
I sintomi che più facilmente si possono riconoscere sono:
cefalea
fatica mattutina
difficoltà di concentrazione
appetito sregolato
alitosi
stitichezza
Ma è possibile riscontare anche disordini più compelssi come:
emicrania
malattie infettive
ritenzione idrica e cellulite
invecchiamento cellulare precoce
malattie renali e metaboliche
diabete
predisposizione a patologie tumorali
osteoportosi (l’assunzione di alimenti acidificanti produce un aumento del consumo di sostanze mienrali tampone come calci, potassio e magnesio, che vengono attinte dai siti di riserva come le ossa)
malattie reumatiche
Alcuni consigli utili
Ecco alcuni consigli utili che si possono applicare nella vita quotidiana per ripristinare l’equilibrio del proprio organismo.
ASSOCIARE FRUTTA E VERDURA AD UNA REGOLARE SOMMINISTRAZIONE DI SALI MINERALI
Mangiare frutta e verdura di vari colori con un apporto equilibrato di proteine, glucidi e lipidi ad ogni pasto costituisce un aspetto essenziale. Questi alimenti aiutano a prevenire le malattie cardio-vascolari, l’ipertensione, le malattie croniche e l’osteoporosi e in generale, favoriscono un buon transito intestinale.
PREDILIGERE LE PROTEINE “BUONE”
Privilegiare i vegetali più ricchi dei proteine come i legumi e la soia, il pesce con alto contenuto di acidi grassi e le carni magre. Si consiglia la riduzione degli apporti di carne rossa e un consumo moderato di prodotti caseari, acidificanti e ricchi di grassi saturi.
CONSUMARE PIU’ OMEGA-3
Questi acidi grassi essenziali hanno il merito di dimunire il tasso dei trigliceridi nel sangue. E’un modo efficace per ridurre l’incidenza delle malattie coronariche e di ristabilire l’equilibrio emozionale. Si trovano principalmente nei pesci grassi come il salmone, lo sgombro, le sardine, le aringhe ecc. Anche l’olio di colza e quello di noce costituiscono buone fonti di omega-3.
MODERARE LE PORZIONI E PIANIFICARE I PASTI
La quantità totale di calorie assoribte in un giorno, mangiare con moderazione, piacere, coscienza e regolarità, consumare piccole porzioni e regolare gli orari dei pasti, senza distanziarli troppo, sono fattori determinanti della longevità. Curare l’idratazione: l’ideale sarebbe bere quotidianamente due litri d’acqua.
RIDURRE IL SALE E FAVORIRE LE SPEZIE
E’ necessario controllare l’apporto di sale poichè eccedere con il sale può creare conseguenze imortanti sulla slaute. Il sale aumenta infatti la pressione arteriosa così come i rischi di osteoporosi, di calcoli renali, di asma e di malattie cardiovascolari. Le spezie, al contrario, forniscono un gusto supplementare ai cibi e permettono di evitare laggiunta di sale. Per esempio, curcuma e cannella sono anche ricchi di antiossidanti e dunque doppiamente portettori.
CURARE LA COTTURA
Alcune cotture ad alta temperatura risultano esser epoco salutari: le cotture alla griglia e i fritti conengono non solamente sostanze cancerogene, ma anche sostanza tossiche. Si consiglia di privilegiare cotture a bassa temperatura che permettano di conservare integri gli elementi nutritivi degli alimenti: per esempio, sopra i 110°C la maggior parte delle vitamine viene alterata.
RILASSARSI
Il rilassamento profondo è necessario per abbassare i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress. Livelli troppo elevati di questo ormone sono fattori d’invecchiamento, di perdita di controllo sull’alimentazione e di rischio elevato di malattie croniche.
CONTROLLARE LA QUALITA’ DEL SONNO
La carenza cronica di sonno o di sonno di cattiva qualità cocsituiscono uno dei fattori di rischio delle malattie cardiovascolari. Inoltre, l’insonnia aggrava lo stress, una delle principali cause dell’accelerazione dell’invecchiamento.
UTILIZZO DI SALI MINERALI
L’assunzione di sali minerali è essenziale per il benessere del nostro corpo perchè supportano e regolano molte funzioni dell’organismo, armonizzando eventuali disfunzioni. E’ una consuetudine errata credere che il solo apporto di sali minerali presenti nei cibi possa essere sufficiente per mantenere il corretto equilibrio, perchè spesso queste sostanze non arrivano dei tessuti in cui sono più necessari. Una loro carenza o un loro disequilibrio può causare disturbi di varia natura, come abbiamo detto precedentemente.
Vediamo ora quali sono i sali funzionali che ci possono sostenere nella depurazione:
SALE N.8: NATRIUM CHLORATUM
Si tratta del comune “sale da cucina” molecolarizzato ed omeopatizzato. Questo sale è presente in ogni parte liquida e solida del nostro organismo ed è assolutamente essenziale per la vita. Lo troviamo nel liquidi intra ed extra-cellulari, dove la sua funzione è quella di regolare il grado di idratazione delle cellule. Quando è carente abbiamo turbe nella distribuzione dell’acqua nel corpo, che può tradursi in una eccessiva secchezza di alcuni tessuti e una eccessiva acquosità in altri.
Agisce sul sistema linfatico, sul sangue, sul fegato, sulla milza e sulle mucose del tratto gastrointestinale.
È indicato in tutte le situazione di alterato equilibrio idrico: in presenza di eccessiva o diminuita salivazione e lacrimazione, iper o ipo-sudorazione, adatta al trattamento delle iper-idrosi. Risulta efficace per ristabilire l’equilibrio idrosalino anche nel caso di stipsi o diarrea. Ottimo per contrastare edemi e ritenzione idrica ma anche cellulite. Trova applicazione anche a lievello di problematiche cutanee: neurodermiti, crosta lattea, pelle secca, eczema. Utile anche per contrastare l’herpes.
Per una stimolazione a tutto tondo degli organi emuntori consigliamo di abbinarlo al sale n.10.
POSOLOGIA:
– Stato acuto: si consiglia l’assunzione di 1-2 compresse ogni 15 minuti diradando la somministrazione al miglioramento dei sintomi
– Stato cronico e prevenzione: si consiglia l’assunzione di 1-2 compresse 3 volte al giorno. Sciogliere lentamente le compresse sotto la lingua o scioglierle in mezzo litro d’acqua da sorseggiare lontano dai pasti.
SALE N.9: NATRIUM PHOPHORICUM
Il natrium phosphoricum è un sale presente nel sangue, nei muscoli, nel tessuto nervoso e nei liquidi cellulari, grazie ad esso l’acido lattico è scomposto in acido carbonico ed acqua (l’acido carbonico è eliminato poi attraverso i polmoni). Risulta particolarmente importante nella regolazione del pH e per contrastare situazione di acidosi e in tutti i casi in cui c’è un eccesso di acido lattico. Il natrium phophoricum interviene inoltre nel metabolismo degli acidi e dei lipidi. Risulta quindi utile per contrastare iperacidità, reflusso gastroesofageo, dispepsia e digestione lenta in particolare dei grassi. Agisce anche a livello intestinale, ghiandolare e polmonare. Si è rivelato particolarmente adatto a combattere problemi della pelle come acne, impurità e comedoni. Ottimo anche per i capelli a tendenza eccessivamente grassa.
POSOLOGIA
– Stato acuto: si consiglia l’assunzione di 1-2 compresse ogni 15 minuti diradando la somministrazione al miglioramento dei sintomi
– Stato cronico e prevenzione: si consiglia l’assunzione di 1-2 compresse 3 volte al giorno. Sciogliere lentamente le compresse sotto la lingua o scioglierle in mezzo litro d’acqua da sorseggiare lontano dai pasti.
SALE N.10: NATRIUM SULPHURICUM
Questo sale agisce principalmente a livello epato-biliare, ma anche a livello di altri emuntori come i reni, l’intestino e la pelle. E’ molto importante poichè regola l’equilibrio idrico a livello extracellulare ed è risultato particolarmente utile per la depurazione dell’organismo e per l’eliminazione di scorie dannose. Ottimo come complemento durante le diete per la sua azione depurativa e diuretica: aiuta l’eliminazione di ritenzione idrica e di edemi in generale (comprese le borse sotto gli occhi). Svogle una spiccata azione a livello del tratto gastro-intestinale in caso di stipsi ma anche di dissenteria, flatulenza e disordini epatici. Utilissimo per contrastare i danni da fumo, alcool, caffè ed inquinamento. Il natrium sulphuricum è indicato a livello cutaneo per contrastaee acne, comedoni e foruncoli o infiammazioni cutanee purulente.
POSOLOGIA:
– Stato acuto: si consiglia l’assunzione di 1-2 compresse ogni 15 minuti diradando la somministrazione al miglioramento dei sintomi
– Stato cronico e prevenzione: si consiglia l’assunzione di 1-2 compresse 3 volte al giorno. Sciogliere lentamente le compresse sotto la lingua o scioglierle in mezzo litro d’acqua da sorseggiare lontano dai pasti.
https://www.farmaciadudine.it/wp-content/uploads/2018/04/sali-dep.png5611231Farmacia d'Udinehttps://www.farmaciadudine.it/wp-content/uploads/2019/03/farmaciadudine_logosito.pngFarmacia d'Udine2018-03-28 15:37:042019-04-12 10:36:38Tempo di pulizie di primavera! I sali della depurazione
Oggi affrontiamo un argomento che ci sta particolarmente a cuore: quello dei sali tissutali o sali di Schussler.
Cosa sono i sali tissutali?
Alla fine del 19° secolo il medico tedesco Wilhelm Heinrich Schüssler identificò 12 sali minerali essenziali per il trattamento di vari disturbi.
Wilhelm Schüssler (1821-1898)
Il dott. Schüssler dichiarava che le cellule dei tessuti si ammalano quando non contengono più i minerali nelle quantità di cui necessitano per il mantenimento di un buono stato di salute. I sali di Schüssler sono ricavati da fonti inorganiche, ma possono anche essere derivati da piante, essi vengono diluiti e dinamizzati omeopaticamente, segue poi un processo di succussione (ma non sono da considerarsi preparati omeopatici, in quanto non seguono la regola del simillimum) la diluizione permette semplicemente di entrare meglio nel sangue e agire con maggiore rapidità.
Come funzionano i sali tissutali?
L’azione dei sali tissutali non è di compensare una carenza quantitativa, ma compensare a una carenza che si può definire “informativa”, nel senso che assumendo questi preparati si invia l’informazione affinché l’organismo utilizzi le sostanze minerali di quel sale specifico, che sono già presenti in esso, e assorba meglio i sali minerali degli alimenti. L’organismo e le cellule vengono così spronate ad “imparare” ad assorbire i sali minerali dall’alimentazione in quantità sufficiente e in modo bilanciato, in modo da ricostituire anche le riserve, in poche parole “incoraggiano” il potere di auto-guarigione del corpo in modo sicuro e con delicatezza, praticamente senza effetti collaterali.
In quanto privi di effetti indesiderati possono essere utilizzati per periodi lunghi o anche piuttosto lunghi: Se abbinati ad una corretta nutrizione, promuovono sia il benessere fisico e biologico che quello psico-fisico.
Chi può utilizzare i sali tissutali?
Sono sali indicati per tutte quelle persone, aziani, adulti, bambini, donne in gravidanza, che desiderano considerare una cura naturale e senza effetti collaterali per disturbi acuti ma anche cronici. Sono molto validi anche anche per gli sportivi, soprattutto per la prevenzione di crampi o contratture. Varie malattie non gravi possono essere curate esclusivamente con i sali, ma anche nelle patologie che richiedono un trattamento medico convenzionale si sono rivelati un valido supporto. Sono facili da assumere poichè si presentano in compresse solubili: si possono sciogliere direttamente in bocca o in mezzo litro d’acqua da sorseggiare nell’arco della giornata.
Quali sono i sali tissutali?
Il Dottor Schüssler ha identificato 12 sali tissutali:
I sali tissutali Loacker sono tutti disponibili in Farmacia
1 ) Calcium fluoratum: il sale dell’elasticità
2) Calcium phophoricum: il sale delle ossa
3) Ferrum phosphoricum: il sale dell’infiammazione (1°stadio)- stimolazione del sisitema immunitario
4) Kalium chloratum: il sale dell’infiammazione (2° stadio) – coinvolgimento delle mucose
5) Kalium phosphoricum: il sale dell’esaurimento psico-fisico
6) Kalium sulfuricum: il sale dell’infiammazione cronica (3°stadio)
7) Magnesium phosphoricum: il sale degli spasmi, dei crampi e dei dolori
8) Natrium chloratum: il sale della depurazione
9) Natrium phosporicum: il sale per contrastare l’acidità
10) Natrium sulfuricum: il sale della depurazione, drenaggio, disintossicazione
11) Silicea: il sale della cicatrizzazione e del benessere della pelle
12) Calcium sulphuricum: il sale delle suppurazioni croniche (eliminazione di puss)
https://www.farmaciadudine.it/wp-content/uploads/2018/04/sali-schussler-inizio.jpg511768Farmacia d'Udinehttps://www.farmaciadudine.it/wp-content/uploads/2019/03/farmaciadudine_logosito.pngFarmacia d'Udine2018-03-27 11:35:262019-04-12 10:31:54Sali tissutali: i sali di Schussler
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